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venerdì 18 gennaio 2013

Salta - San Pedro de Atacama (Cile)







Oggi si ritorna in Cile. Siamo molto emozionati perché stiamo per attraversare le Ande. Le abbiamo intravviste, poi le abbiamo viste sparire a Puerto Natales, le abbiamo sorvolate da El Calafate a Bariloche e ora finalmente ci siamo ….  Il tempo è pessimo, purtroppo, ma lo spettacolo è davvero affascinante. La vegetazione di un bel verde di Salta lascia il posto dopo un centinaio di km a distese di cactus, cardones, come li chiamano qui e poi solo saline e deserto. Il passo di Jama, confine cileno, non è il punto più alto. Più avanti, già sul versante argentino arriviamo a 5.300 metri. Si fatica persino a respirare! Poi inizia la discesa ed è ancora deserto. La cosa strana è che non abbiamo ancora trovato il posto di confine cileno. Due ore dopo essere passati dal passo di Jama arriviamo a San Pedro e qui incominciano le comiche …. Posto di confine in città, centinaia di persone che fanno la fila per vidimare i documenti e poi ne fanno un’altra per la dogana; file che si incrociano complicando tutto … ma non è solo questo che fa sorridere: da queste parti ci sono regole ferree riguardanti l’introduzione di prodotti alimentari, vegetali o animali nei paesi confinanti e quindi i doganieri fanno il loro lavoro con molto zelo. Nel controllare una macchina, il doganiere  trova un bel pezzo di formaggio e per non essere costretto a requisirlo, suggerisce di imbottire un panino e poi guarda verso di noi che facciamo la fila e dice: “mica posso sequestrare un panino con il formaggio che serve per il viaggio, no?” E così è, fanno questo bel paninone e continuano tranquillamente per la loro strada. Oppure un signore che arriva con un bel sacchetto di foglie di coca:” è per uso personale, vero?” e nessun problema neanche questa volta. Una signora che ha del mais congelato lo deve lasciare lì, perché non si legge la data di scadenza …
Dopo 2 ore e tre quarti riusciamo a liberarci e andiamo verso l’ostello.


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