Mappa testata


Visualizza IL VIAGGIO in una mappa di dimensioni maggiori

lunedì 30 luglio 2012

MANUELA

E' uscito e ha detto..."vado dal barbiere".


...e in effetti la barba l'ha tagliata, dopo 37 ANNI!

Kashgar: Alla scoperta della sua identità


Ci alziamo presto, anzi prestissimo perché con questa storia dell’ora locale e dell’ora di Pecchino ci fregano
sempre. Mi spiego meglio, in tutto il paese vige la stessa ora, l’ora della capitale, e quindi tutto ciò che è
ufficiale segue quell’ora lì (uffici, posta, treni…), mentre qui dove siamo noi, che siamo spostati di due fusi
orari a ovest rispetto alla capitale, la vita si svolge secondo il suo vero fuso orario, cioè con 2 ore in meno.
Lo so, è un vero caos… Ovviamente, la colazione è dalle 8 alle 10 (Beijing time) e quindi …. alle 6!

Il nostro albergo è in una zona frequentata prevalentemente dalla popolazione cinese e quindi decidiamo
di addentrarci nella citta vecchia di “proprietà” degli uiguri. Si, perché il fascino di questa città sta
proprio nel vedere come due etnie così diverse, con lingue e abitudini così diverse riescono a convivere
tranquillamente ( o per lo meno è la sensazione che si ha quando si passeggia per la città). Gli uiguri sono
una tipic a popolazione centroasiatica, rotondetti in viso e con la carnagione scura, molto estroversi e
gentili. Parlano una lingua che assomiglia al turco e che si scrive con i caratteri arabi e le donne, alcune
bellissime, portano il foulard sin da ragazzine ( fino ai 10/12 anni sono quasi rapate). I cinesi, che sono
arrivati qui negli anni 50 con l’arrivo della modernità sono ….cinesi, parlano cinese e scrivono cinese.
Questo fa si che ogni cosa venga scritta in due lingue: arabo e cinese, che all’occhio risulta molto variegato
e divertente, ma non permette di capire niente di ciò che c’è scritto.

Girovagando per la città vecchia incontriamo tanta gente: ognuno fa il proprio mestiere incurante dei
pochi turisti che si aggirano fotografando tutto. Ci fermiamo davanti ad un negozietto che vende un po’
di tutto perché vedo una collana che mi piace molto. Subito sbuca fuori un bel bimbetto di 10/12 anni
che si rivolge a noi in inglese! Quale sorpresa! Siamo stati lì a contrattare il prezzo della mia collana finchè
arriviamo ad un accordo che va bene a me e, soprattutto riempie di gioia lui, che non contento riesce
anche a vendere a Flavio un certo libretto antico con una copertina rossa…. Continuiamo il nostro giro che
è tanto piacevole da non accorgerci che il tempo passa. Abbiamo camminato per 4 ore! E siamo molto
soddisfatti.

26 agosto ore 20

mercoledì 25 luglio 2012

Manuela: Flavio sta diventando un esperto attore!


Flavio ha scoperto il gusto di socializzare con tutti e quindi non perde occasione per buttarsi. E chiaro che è una battaglia persa cercare di capire o farsi capire utilizzando  la lingua, e quindi ecco che entra in scena il suo istrionismo: tira fuori il block notes e incomincia a disegnare; se non funziona, allora prova a mimare e , se non fosse ancora sufficiente, si serve da solo. E’ buffissimo, ma devo ammettere che riesce ad ottenere quello che vuole.
Altre volte invece mi fa impazzire. Per esempio, l’altra sera quando eravamo al confine, si è accorto che non ricordava il nome dell’albergo dove dovevamo andare quella sera. Il giorno prima, controllando i messaggi ricevuti, abbiamo trovato il nome del hotel e io gli ho chiesto di prendere nota, ma lui,no …. vuoi che non mi ricordi? Proprio così, ora di prendere il taxi, alle 1 di notte, dopo un viaggio infinito, affamati e attaccaticci, se non fosse stato per Claudia che ci ha mandato un messaggio con il nome del hotel, in hotel non ci saremmo mai arrivati….

Kashgar



 E la metropoli  più a ovest del paese. Se non fosse per le scritte che non ci permettono nemmeno di giocare ad indovinare di cosa si tratta, non sembrerebbe di essere in Cina. Le persone del posto non presentano le caratteristiche somatiche tipiche dei cinesi, ci sono vestiti di ogni tipo, donne completamente velate e ragazze con la mini gonna o i pantaloncini corti, e taxi e moto elettriche ovunque. Le moto sono così silenziose che non le senti arrivare e poi, buffissimo, le vedi parcheggiate davanti alle case o ai negozi attaccate ad una presa della luce …. Flavio vorrebbe portarne un in Italia, ma pensando alla burocrazia e alla tassa di circolazione , gli passa subito la voglia. Le arterie principali della  città sono molto movimentate e piene di negozi, belli e brutti e di kiosketti che vendono ogni tipo di mercanzia e anche di mangiare. Vanno molto gli spiedini, fanno tutto allo spiedo. Scelta difficile, optiamo per  seppie infilate in uno spiedino che sono ottime. Flavio, che non dimentica mai le sue origini, mangia anche un wurstel  .. allo spiedo! Continua la visita a questa città, punto di incontro di diverse etnie, quella ugiura e quella cinese che convivono da tanto tempo, ognuna con le proprie tradizioni, la propria lingua e il proprio quartiere. Ed è questo che più ci affascina : vicoli che si snodano tortuosi seguendo tracciati confusi attraverso i diversi quartieri e che ci mettono a contatto con le diverse realtà. Le perone sono gentili e spesso accennano a timidi saluti, mentre i bimbi ci corrono dietro chiedendoci di fare una foto con loro.

Confine (quello che le guide non dicono…..)


Superiamo senza problemi la frontiera kirghisa, anzi, i poliziotti permettono al nostro autista di accompagnarci oltre. Che felicità! Non ci tocca camminare con questi bagagli cosi pesanti. Fra il resto il nostro borsone si era rotto durante il volo e quindi è dall’inizio che trasciniamo un peso morto. La felicità dura poco: tre kilometri… il resto a piedi. Non ci resta che fare buon viso a cattiva sorte … tanto, sarà mica lontano questo confine, ci diciamo più per farci forza che perchè ci crediamo . Intanto il gruppo dei turisti è aumentato: si è aggiunta una coppia di anziani,- perché noi no, vero?- ungheresi e tutti insieme ci avviamo su per una strada sterrata e molto ripida. Dopo almeno 1 km arriviamo davanti ad un cancello chiuso. Cosa succede? Pausa pranzo. Ma come? chiediamo timidamente noi, sono le 10 del mattino. Eh no, …. 10=local time, ma qui è 12= Beijing time. Ah, che ci vogliamo fare, ci adattiamo alla doppia ora! Davanti al cancello si era formata una lunga fila, ma che dico fila …. assembramento di TIR, probabilmente fermi li già da qualche ora o giorno, non si capisce bene, che suonano e schiamazzano. Insomma, dopo un po’ arrivano alcuni militari che aprono i cancelli e fanno passare noi e una decina di camion. Ci controllono i passaporti e poi ci dicono di proseguire lungo la strada. Noi obbediamo e, zaini in spalla, ci avviamo. Dai camion che erano parcheggiati in senso contrario ci arrivano dei cenni che, per una volta non sono difficili da decifrare, chi dice 7 chi 8 km al posto di frontiera e ci consigliano di chiedere un passaggio ai camionisti. Ovviamente così facciamo. Siamo fortunati perché un camion kirghiso carica noi due e lo spagnolo ( e i nostri bagagli) in cabina  e ci porta fino al posto di controllo. Meno male, ci diciamo. E andiamo verso gli uffici, dove dopo averci fatto aspettare un sacco di tempo, averci ritirato i passaporti, averci fatto svuotare le valige, aver guardato le foto nel computer, ci hanno fatto accomodare in una saletta. Passa il tempo, chiamano lo spagnolo e la coppia di ungheresi che non vediamo più. E noi sempre lì in attesa , questa volta con tutti i passeggeri dello sgangherato autobus azzurro e  tutti i loro bagagli che mettevano in secondo piano i nostri zaini. Chiamano i passeggeri di “Confortable Vacations” e poi finalmente si rivolgono a noi 6, unici rimasti: ora dovete salire sullo Shuttle che vi porta al nuovo confine a 142 km da qui….!!!!!????? Piuttosto che a piedi, ci diciamo … e prendiamo i nostri stracci e saliamo sul ……”Confortable Vacations” anche noi…. Ognuno in una cuccetta condivisa con i bagagli di non si sa chi – io per fortuna ho tenuto uno dei nostri zaini e quelli dei due ragazzi di Firenze, ai quali insieme a Flavio, era stata assegnata una cuccetta ai piani alti! Mi è andata bene, con la scusa degli zaini mi sono liberata del piumino in dotazione…. Alle 1 (local time) partiamo e subito tutti cadiamo in letargo: quando si allenta la tensione, ci si rilassa.  Peccato che dopo un’ora, altro controllo. Dobbiamo scendere tutti dall’autobus e riaprire i nostri bagagli in mezzo alla strada polverosa. Tirano fuori ogni cosa, controllano le tasche e a qualcuno chiedono spiegazioni. Verso le 3 ripartiamo e solo dopo 5 ore di strada sconnessa e polverosa arriviamo al nuovo posto di controllo dove, per almeno 1 ora, ci lasciano nel cortile ad aspettare. Per farla breve, dopo l’ennesimo controllo,  ci consegnano finalmente i nostri passaporti e ripartiamo alle 11 sotto un diluvio pazzesco sempre con la “Confortable Vacations”.  Arriviamo a Kashgar alle 1 di notte  con molta fame, vi ricordo che ci eravamo portati un panino e due litri di acqua, ma siamo così stanchi che andiamo a letto senza mangiare.

Osh – Passo di Irkeshtam (confine)

Alle 4 siamo i primi a salire in macchina, una Mazda a 7 posti + l’autista, spaziosa … ci stavano i bagagli di tutti e non erano pochi…., passiamo a prendere gli altri e partiamo subito.

 L’autista guida molto bene e la strada, nonostante sia una strada di montagna,  è in buone condizioni quindi arriviamo a uno sputo dal confine molto velocemente. L’autista si ferma e noi tutti contenti scendiamo per fare foto perché il paesaggio è mozzafiato!

 Quando torniamo alla macchina, prima sorpresa della giornata: la macchina ha una ruota bucata e l’autista è seduto sul ciglio della strada … che aspetta …. non abbiamo capito cosa aspettasse perché di li ha poco ha sostituito la gomma e siamo ripartiti superando un mezzo buffissimo: un autobus azzurro con la scritta “Confortable Vacations” che ogni tanto congiunge Osh a Kashgar, le due cittadine più vicine alla frontiera.

La sua particolarità è quella di avere 24 cuccette al posto dei sedili, e già questo avrebbe dovuto farci riflettere. E invece no, noi a fare foto di quell’autobus sgangherato che arrancava a fatica – secondo noi- verso il confine.

Osh

 La città ci appare subito molto trascurata e la guida non da molte indicazioni su cosa vedere quindi decidiamo di metterci in viaggio per la Cina già domani. Siamo ospiti della “Osh Guesthouse ”un ostello all’ultimo piano  di un edificio in stile sovietico e abbastanza fatiscente  che non offre solo l’alloggio, ma anche ogni tipo di consigli per viaggiatori.

Presto scopriamo che nonostante l’ apparenza inquietante  del posto, l’interno è tutt’altra cosa.  Daniyar , il resposabile, è  un ottimo organizzatore di trasferte per coloro che viaggiano zaino in spalla. Riesce a procurarci due posti in auto in partenza per Kashgar per le 4 del mattino del giorno dopo e ci consiglia di munirci di viveri perché il viaggio sarà  molto lungo. Sono già le 9 di sera. Meno male che troviamo un kiosko aperto e compriamo la nostra solita riserva di pane  ed acqua (non c’e molta altra scelta) e nulla più, certi di trovare qualcosa nelle vicinanze del confine.


Torniamo in camera che non è nella sede principale dell’ostello, ma in un appartamento spazioso e luminoso che condividiamo con una coppia, lui australiano e lei neozelandese . Facciamo quattro chiacchiere, ci scambiamo le nostre esperienze di viaggio – loro facevano il percorso inverso al nostro – e poi ci salutiamo.

Andijon-Osh


Dopo una puntatina al Bazar domenicale di Jahon, prendiamo l’ultimo “shared car” in Uzbekistan che ci porta fino al confine, da dove, senza troppa burocrazia , entriamo in Kirghizistan e in un attimo ci troviamo a Osh.

sabato 21 luglio 2012

Andijan






















 

  Finalmente giornata tranquilla e di tutto relax! Passeggiata in centro e poi  ...tutto il pomeriggio in piscina! Ora abbiamo appena finito di preparare i bagagli per i prossimi giorni che non saranno facili. Domani partiamo per il Kirgikistan.

venerdì 20 luglio 2012

Valle di Fergana


Ci alziamo ben riposati  e andiamo a fare colazione: ma dove? chiediamo alla reception non trovando la sala da pranzo. Subito un cameriere si rende disponibile e ci accompagna ...in discoteca. Ebbene si, colazione  a luci rosse! Con musica a tutto volume e luci a intermittenza ...... Superiamo anche questa colazione e partiamo per Margilon, centro molto quotato per la produzione della seta, dove visitiamo una antica fabbrica artigianale. Finalmente capiamo come si passa dal bozzolo al filo di seta...semplicissimo...si buttano i bozzoli in acqua bollente e si gira con un bastone sul quale si impigliano i fili sottilissimi che poi vengono raccolti su un fuso. Magia! Prima era un bozzolo, ora è una matassa. Facciamo due passi ed è una stoffa! Altri due passi ed è una bella sciarpona attorno al mio collo! Di seta pura! Handmade, proprio sotto i miei occhi.
Siccome fa molto caldo, chiediamo se possiamo avere un bicchiere di acqua e qui le cose si complicano. In quel preciso momento sta iniziando il Ramadan: un mese di purificazione del corpo, neanche l'acqua possono bere fino ale 8 di sera....
Lasciamo la seteria e torniamo verso il centro passando attraverso la via dei fornai, dove Flavio si trattiene a chiacchierare con i panettieri, mentre io, che non mi sento mai a mio agio quando lui curiosa a destra e a sinistra, mi allontano lentamente. Ad un tratto non lo vedo più e quindi torno indietro, mentre lui mi viene incontro "sai, mi hanno fatto vedere come fanno il pane, ma mi hanno anche offerto delle palline allucinogene...che io non ho preso ovviamente" "ovviamente" rispondo io e mi domando come ha fatto a comunicare così bene con questa gente che non sa una parola che non sia della loro lingua. Spero che non sia grazie a quelle palline.... Il dubbio rimane perchè, sul taxi che ci riporta in albergo, si mette a chiacchierare con due passeggeri e l'autista, non so dirvi in che lingua, ma so solo che risce a convincere l'autista, che normalmente fa solo corse in città, ad accompagnarci ad Andijan, una cittadina ai confini con il Kirgikistan, passando prima dall'albergo per prendere i nostri bagagli. Bel colpo!

giovedì 19 luglio 2012

Tashkent Fergana



                                                                        Dopo aver rifiutato la colazione a casa dei nostri couchsurfers adducendo al fatto che noi italiani beviamo solo caffè, prendiamo il taxi per la valle di Fergana, una rigogliosa vallata circondata da monti altissimi e centro mondiale per la produzione della seta sin dall'antichità. Il viaggio si rivela piu lungo del previsto: soste per fare foto(noi), acquistare formaggi, carne di agnello e ...bambino che sta male( gli altri). Vi lascio immaginare il profumo dentro a quel taxi....

Arriviamo a Fergana "a las 5 de la tarde" (prendendo da Garcia Lorca che come tutti sappiamo ha avuto il pregio di rendere universale il dolore del singolo individuo) e solo dopo un'ora e mezzo troviamo una camera. Ci tengo a dirvi che e il migliore albergo della città. Ma dopo ieri lo meritavamo, o no?

Manuela: Strana gente: loro o noi? 2


Io non capisco la gente e sicuramente sono io che sbaglio... La mia casa normalmente é pulita, non sempre ordinata, ma pulita si. Nonostante ciò, quando invito qualcuno a casa mia, la lustro ancor di piu. Flavio dice che sono maniaca.
Ma credo che tutti facciate la stessa cosa. Allora perche sta tipa ci ha invitato a casa sua senza nemmeno averla una casa. Non é questione di soldi o non soldi, di case grandi o case piccole, di avere molti servizi o non averli, e solo questione di pulizia. E poi come se non bastasse mi coinvolgi anche in cucina! Io non sono molto schizzinosa, ma vi assicuro che non ho mai fatto cosi tanta fatica per preparare un piatto di pasta ...uno sforzo enorme! E poi non l'ho neanche mangiata, non ci sono riuscita.... Come non sono riuscita a fare altre cose, come immaginerete. Il bagno era 80 per 80 ci stava solo il gabinetto e in un altro locale insieme a gomme d'auto e cianfrusaglie di ogni tipo c'era una scrostatissima vasca da bagno che fungeva anche da lavandino.
Sono stata tutto il tempo senza fare la pipi e i denti li ho lavati al bar.... Per non parlare della notte, a rischio d'infarto! Mi sono coperta tutta anche se morivo di caldo. Meno male che avevo il mio ventaglio e ogni tanto riuscivo a recuperare il fiato... Flavio non respirava e non si muoveva ma io sapevo benissimo che era sveglio e non diceva niente per non mettermi in agitazione o forse per non disturbare le cucarache che passeggiavano tranquillamente!

Tashkent



Eravamo rimasti davanti alla casa dei nostri couchsurfers ... ed è proprio vero che bisognerebbe sempre seguire il proprio istinto. Avremmo dovuto scappare in quel momento. Ma no, prevale il senso di responsabilità - ma si, dai, che ci siamo presi un impegno- ma soprattutto il peso dello zaino che, sotto quel sole e sommato alla nostra stanchezza, pesava il doppio e quindi non riusciamo a tornare sui nostri passi. Rano, molto gentile ci accoglie in "casa"  sua.
Ci rendiamo conto subito, anche perchè c'é un unico locale, che non siamo i soli ospiti. Altri tre backpackers , quelli che girano con lo zaino, come noi, per intenderci, anche se spesso si differenziano da noi per l'età, erano già lì. Altra occasione persa per andarcene!
Invece noi, masochisti, rimaniamo. E non solo ... con la scusa che siamo italiani ci coinvolgono in un pasta party, che tradotto significa Manuela, prepara un piatto di pasta per tutti! Flavio va a fare la spesa e io, in una strettissima e spochissima cucina priva di ogni accessorio, ma zeppa di scarafaggi, mi faccio forza e mi metto a cucinare. Tutti mangiano la pasta con gusto - ci mancherebbe altro!- e poi dopo una chiacchierata che devo ammettere è stata molto piacevole, andiamo TUTTI insieme a dormire: un letto a castello a tre piani, tre materassini per terra e il loro bimbo sul divano!!!!!Più naturalmente ogni tipo di insetto e almeno 40 gradi.... E inutile dire che non abbiamo chiuso occhio e che alle 8 di questa mattina abbiamo preso i nostri zaini e siamo letteralmente scappati da quella casa e dalla città, per non correre il rischio di farci ritrovare...

mercoledì 18 luglio 2012

Samarcanda-Tashkent

Questa volta proviamo a prendere il treno, anche perchè non ne possiamo più di farci massacrare da questi autisti pazzi ....
Non abbiamo nessun tipo di problema per prendere i biglietti e cosi partiamo con i nostri bagagli a spalle. Fatichiamo a trovare prima la carrozza e poi i nostri posti , - erano gia occupati ...., ma finalmente riusciamo a trovare la nostra pace. Siamo molto eccitati perche a Tashkent saremo ospiti di Rano e Fardom, conosciuti su internet attraverso l'organizzazione "couchsurfing" che mettono a disposizione un divano di casa loro per accogliere chi desidera entrare in contatto con le persone del posto in cui si sta viaggiando. A noi era sembrata una bella idea e cosi eccoci qui..prontissimi! Il treno é abbastanza sporco, ma fa bene il suo dovere e ci porta a destinazione in tempo record: solo tre ore e mezzo! Mai trasferimento é stato così veloce!
Non bisogna vendere la pelle dell'orso prima di averlo nel sacco, diceva sempre mio nonno. Flavio dice che questo detto lo ha già sentito da Trapattoni -si vede che mio nonno e il Trap erano amici..... Saliamo sul taxi, ma il taxista non conosce l'indirizzo dei nostri amici couchsurfers. Allora con pazienza telefoniamo a Fardom che invece di spiegare all'autista dove deve portarci, mi dice che il taxi costa troppo e che dobbiamo prendere la metro blu fino all'ultima stazione e poi un autobus fino ad un certo bazar. Cosi facciamo e due ore dopo siamo davanti alla casa tanto desiderata

martedì 17 luglio 2012

Manuela: Strana gente: loro o noi?



Non abbiamo mai accennato alla gente del posto: persone spontanee, aperte e disponibili che non perdono l'occasione di rivolgerti la parola per aiutarti, per conoscerti, per comunicare e per farti formar parte della loro vita al punto che spesso si avvicinano e ti chiedono di poter fare una foto con te...io mi sento un po' come una scimietta allo zoo e mi aspetto la nocciolina ….ma non posso tirarmi indietro perché Flavio fa lo stesso: fotografa tutto ciò che si muove! Ieri sera al ristorante ha conosciuto un tipo della valle di Fergana, nostra prossima meta dopo Tashkent, e ha subito stretto amicizia al punto che questo signore ci ha ripreso per buoni 10 minuti con la sua videocamera. Che imbarazzo! Io che odio le foto, figuriamoci essere ripresa! Magari quello adesso mi mette su youtube o mi tagga su facebook …....

Samarcanda



E' l'apoteosi dell'architettura timuride: la semplicità delle costruzioni complicata da raffinatissime decorazioni geometriche alla ricerca della perfezione! La piazza del Registan è un emblematico complesso di maestose ed imponenti medresse frutto delle solite gelosie fra potenti ma che ci offrono una profusione quasi esagerata di maioliche, mosaici e vasti spazi armoniosi e ci privano per un attimo del respiro....
Appena ricominciamo a respirare, ci mettiamo alla ricerca dell'immagine perfetta. Impossibile farci stare tutto nella stessa foto..... e allora non ci resta che fotografare il dettaglio ed è così che scopriamo... per esempio, che il soffitto d'oro della bella moschea della Medressa Tilla-Kari è piatto ed è solo grazie al disegno affusolato che si ha l'impressione di stare sotto ad una cupola ….
Rimaniamo almeno due ore in estasi davanti a questa meraviglia, forse perchè non sappiamo che a soli 5 minuti da quel posto magico, ci aspetta la gigantesca moschea di Bibi-Khanym, per molto tempo una delle più grandi del mondo islamico.
 Si dice che sia stata fatta costruire da Tamerlano per la sua sposa, ma si dice anche che fu la sua sposa a farla costruire per fargli una sorpresa, ma che durante i lavori l'architetto si innamorò di lei a tal punto che la minacciò di fermare i lavori se lei non le avesse dato un bacio.... ( e non commento, perchè non è finita), e che quando lui venne a saperlo, non solo fece giustiziare l'architetto, ma ordinò che da quel momento tutte le donne dovevano indossare il velo per non rappresentare una tentazione per gli uomini....
Questo racconto lo carpisco ad una ragazza del posto che fa la guida ad un gruppo di stranieri, mentre Flavio tenta di rubarle una foto. La ragazza è molto carina, ma come moltissime donne in questo paese, ha tutti i denti d'oro ….C'è chi dice che ciò rispecchia la classe sociale da cui provieni e chi dice che è solo un vezzo femminile.... Cosa c'è di vero, cosa cosa c'è di falso in questa terra? Ma, il vero e il falso non sono solo le facce della stessa moneta: il fascino del posto? A questo punto tutto è molto confuso, tanta bellezza e anche tanto caldo hanno ubriacato le nostre menti! Probabilmente domani a Tashkent ritroveremo il nostro equilibrio.....

lunedì 16 luglio 2012

Bukhara-Samarcanda



Ritentiamo un trasferimento via strada perché ci hanno detto che il tragitto e più breve e la strada in migliori condizioni. Il tragitto è sicuramente più breve, solo 4 ore, ma la strada è abbastanza malmessa. Inoltre abbiamo trovato UNA taxi driver che dovendo dimostrare di non essere meno degli uomini, come capita spesso anche da noi, si sente padrona della strada e quindi ...tutte le buche sono sue! Per fortuna, uno dei passeggeri è un ragazzo del posto che parla molto bene l'inglese e quindi possiamo fare (finalmente) un po' di conversazione.... Arriviamo massacrati anche oggi. Per fortuna l'albergo (che ci è stato prenotato dalla padrona dell'albergo di Bukhara) è molto accogliente e quindi possiamo riposarci.

domenica 15 luglio 2012

Manuela: Hammom Kunjak ovvero bagno per donne....



E da quando mi sono alzata che ho male dappertutto. Il viaggio di ieri mi ha proprio massacrata oppure sono io che non ho più il fisico, non so, ... ma mi piace pensare che sia colpa del viaggio e del caldo. Si, perché ci sono più di 40 gradi e la brezza che ogni tanto soffia non riesce a mitigare il calore. 
Mi viene un'idea, passeggiando ieri sera ho visto un hammam...uhm, potrebbe essere interessante e forse un massaggino potrebbe fare bene al mio corpo indolenzito, mi dico. Ma è un bagno per sole donne, mi ricordo....ma decido di tentare lo stesso. Ho fortuna, accettano di lasciarci entrare tutti e due dopo l'orario di chiusura, ovviamente. 


 
Questo, pero non lo chiarisco a Flavio e lascio che lui pensi quello che vuole. 
Alle 5 ci presentiamo puntuali all'appuntamento che è andato benissimo: scrub e massaggino accompagnati da te di ogni genere. Ci siamo rigenerati alla grande e ora siamo pronti per ripartire. Domani ci aspetta Samarcanda! Oh,oh,cavallo,oh,oh,cavallo, oh,oh....