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venerdì 29 marzo 2013

Manuela: La "ley seca"

 
 Se c’è una cosa che non riusciamo proprio a capire è la “ley seca”, la legge asciutta... Già durante i giorni di lutto per la morte di Chavez era entrata in vigore e questa settimana è ricomparsa, a singhiozzo a dir la verità - nel senso che il sabato santo invece non è compreso - ma c’è di nuovo. Non si possono né vendere, né consumare bevande alcoliche nei giorni stabiliti dall’ordinanza. Per la sicurezza di tutti i cittadini, conclude, perchè in questo paese la gente beve molto. Non solo a casa o nei locali, ma anche e soprattutto nelle spiagge: "no hay playa sin cerveza" si snte dire dappertutto. E possibile che serva una legge che fa divieto di vendere e consumare birre e liquori? E poi a cosa serve? Qui la gente il giorno prima dell’entrata in vigore fa incetta di ogni tipo di prodotto che contiene alcol e anzi, ho l’impressione che in questo modo la gente compri di più di quello che consumerebbe se potesse acquistare giorno per giorno. Risultato: la gente continua a bere come se nulla fosse!

giovedì 28 marzo 2013

Maracaibo


Oggi ci aspetta una giornata piena di impegni: mio fratello ci accompagna a fare il tour dei ricordi per la città. I ragazzi finalmente possono vedere i posti dove abbiamo trascorso infanzia e adolescenza … nel pomeriggio, sfidando i 36°, facciamo un giretto nel centro storico della città. Il quartiere vecchio è molto pittoresco con le case colorate, con un bel palazzo coloniale e con un’infinità di chiese tutte aperte perché è giovedì santo. Finiamo la giornata con una grigliata a casa di amici!
 






mercoledì 27 marzo 2013

Coro - Maracaibo

 
Ripercorriamo la strada che avevamo fatto qualche giorno prima. Il traffico è notevolmente aumentato e così i posti di blocco e la pericolosità della strada. Quando attraversiamo il ponte che unisce Maracaibo al resto del Venezuela e vediamo lo skyline della città (la LonelyPlanet dice che ricorda quello di Manhattan …..) siamo sfiniti. Per fortuna troviamo una buona merenda ad aspettarci!


Adicora - Coro


È ora di tornare a Maracaibo. I ragazzi vogliono godersi gli zii e i cugini e anche conoscere la città. Mentre ripassiamo dalla zona delle dune, vediamo come i trattori liberano la strada dalla sabbia che la copre quasi per intero sapendo già che l’indomani dovranno fare la stessa cosa. Il vento è forte e costante.
Ci fermiamo a Coro, la capitale dello stato Falcon che vanta palazzi coloniali fra i più belli del Venezuela. Le strade del centro storico sono acciottolate e i palazzi ben restaurati e aperti al pubblico. Purtroppo non abbiamo molto tempo per fare la visita guidata che alcune ragazze in costume d’epoca ci propongono, ma accettiamo di fare le comparse in un video promozionale che stanno girando in questo momento. Le ragazze sono molto contente e ci salutano con un bel sorriso.

 















martedì 26 marzo 2013

Adicora


La città è minuscola e piena di casette colorate stile olandese-caraibico, ma è soprattutto l’allegria che ti colpisce. I tamburi marcano il ritmo e coppie di ballerini si improvvisano ovunque. Che invidia, vederli muoversi in quel modo!
Oggi c’è ancora più vento di ieri e, nonostante la stanchezza e il male alle mani e ai piedi, i ragazzi decidono di uscire di nuovo con il windsurf. Si rendono conto subito che il materiale che hanno non è adatto al vento che c’è, ma non trovano niente di meglio. La vela di Claudia è molto grande e quindi dopo un po’ rinuncia, anche per non compromettere ulteriormente la sua schiena. Roberto, invece, continua a saltare finché il suo boma non regge più e si rompe. Tristissimo, è costretto a rientrare. E noi a riposare .....









lunedì 25 marzo 2013

Parque Nacional de Morrocoy – Adicora (Penisola di Paraguanà)


Si cambia panorama. Dal verde intenso del parco al giallo intenso della penisola di Paraguanà. Ritornando verso Maracaibo decidiamo di fare un giretto fino ad Adicora, una cittadina famosa per il suo vento e dove si fa windsurf e kitesurf. È proprio sulla costa di quella che un tempo era un’isola, che il vento e l’azione del mare hanno legato alla terraferma creando una lingua di sabbia con le sue dune in continuo movimento: los Médanos. Siamo costretti a rinunciare alla “scalata”di queste splendide montagne dorate perché la temperatura della sabbia è altissima e ci bruciano i piedi. Riprendiamo il nostro cammino e dopo mezz’oretta arriviamo. I ragazzi non stanno nella pelle e vanno subito alla ricerca di qualcuno che affitti loro un windsurf. Un’ora dopo sono in acqua e saltano felici sulle onde. Noi, in spiaggia, un po’meno felici, perché il vento è tanto e alza la sabbia. Ci sembra che mille aghi ci stiamo pungendo tutto il corpo e non c’è la possibilità di ripararci. Sopportiamo stoicamente pensando che intanto l’abbronzatura si intensifica e scattando foto su foto a quei due assatanati in mezzo al mare. Finalmente escono e sono distrutti: la prima uscita stagionale (e senza neanche molto allenamento) in mare e con così tanto vento lascia il suo segno. Claudia ha male dappertutto e Roby, oltre ad avere male ha anche le piaghe sulle mani e sui piedi – sembra più uno che è stato crocifisso che uno che ha fatto windsurf ... “Troppo bello” dicono. E decidiamo di fermarci per un paio di giorni.


 

domenica 24 marzo 2013

Parque Nacional de Morrocoy – Playuela


Oggi andiamo a colpo sicuro. Ci facciamo portare su un’isola che abbiamo adocchiato ieri, Cayo Mero, e scendiamo a Playuela. È decisamente più tranquilla di quella di ieri. Qui non si può campeggiare e quindi non vediamo quel ammassamento di tende e di umani che abbiamo visto ieri. E ci sono anche meno persone in acqua con il bicchiere o la bottiglia di birra in mano. Per noi è cosi strano …. Ci sono addirittura tavolini gonfiabili per mettere il ghiaccio e appoggiare i bicchieri mentre si è in acqua … e proprio un altro modo di avvicinarsi alla natura. Noi comunque ci godiamo una splendida giornata!

 

sabato 23 marzo 2013

Parque Nacional de Morrocoy – Cayo Sombrero


Il parco si estende dalla terraferma ad una serie di isole e isolotti e quindi dobbiamo prendere una barchetta che ci porti su una di queste isole. Non conoscendole, chiediamo al conducente di farci fare un giro per sceglierne una. Le isole sono tutte molto belle: spiagge bianche, barriera corallina, mangrovie e tanta gente …. Dopo un paio di ore, decidiamo per Cayo Sombrero, la più grande, sperando di trovare un posticino per noi. Diamo appuntamento al barcaiolo per il ritorno e ci godiamo questo bel mare!





venerdì 22 marzo 2013

Maracaibo – Parque Nacional de Morrocoy (confine orientale dello stato di Falcon)


Ieri abbiamo concesso ai ragazzi una giornata per riposarsi e per prendere contatto con il sole forte e il gran caldo perché oggi andiamo al mare. Qui la Settimana Santa è un periodo molto difficile per muoversi, i posti in aereo e nelle località di mare sono esauriti da tempo per cui non abbiamo molta scelta. Fabri, tramite un suo amico, ci ha trovato da dormire in una Posada e Stefano, nostro nipote, ci presta la sua macchina, così partiamo verso Morrocoy che è uno fra i posti più belli della costa venezolana.
Il viaggio è molto faticoso, le strade sono brutte, il traffico è intenso, gli autisti sono indisciplinati e ci sono molti posti di blocco. Ad ogni controllo tratteniamo il fiato, per ogni manovra azzardata tratteniamo il fiato, perché non ci ingoino le buche che ci sono per strada tratteniamo il fiato .. e così arriviamo senza più aria nei polmoni! Per fortuna, una bella piña colada e la piscina dell’albergo ci rimettono subito in sesto!

mercoledì 20 marzo 2013

Ciudad Bolivar - Caracas - Maracaibo


Ci facciamo ancora un giretto per la città e poi prendiamo l’autobus che ci porta a Puerto Ordaz dove prendiamo l’aereo per Caracas. Oggi arrivano i nostri ragazzi dall’Italia. Abbiamo appuntamento in aeroporto: i primi che arrivano, aspettano. Finalmente ci vediamo dopo tanto tempo … che felicità! Insieme poi torniamo a Maracaibo.

martedì 19 marzo 2013

Ciudad Bolivar

 



Una volta si chiamava Angostura perché situata nella parte più stretta del fiume. Poi è stata ribattezzata in onore del Libertador, poiché è qui che ha stabilito la base per affrontare le ultime fasi della guerra di indipendenza. La vecchia area centrale, che ha mantenuto molti edifici coloniali, è vivace e colorata. Lungo il fiume c’è il Paseo Orinoco che oltre ad essere l’arteria principale della città, permette una lunga e bella passeggiata sulla sponda. Peccato che neanche qui si possa fare una passeggiata dopo l’imbrunire. Per motivi di sicurezza, dicono … e quindi ancora un volta ci rintaniamo in albergo.



Salto del Angel - Canaima - Ciudad Bolivar


Incredibile, ma vero, siamo riusciti a dormire tutta la notte. Ci sveglia il cuoco con una buona colazione alle 5 del mattino e la prima cosa che vediamo è il Salto!
Verso le 7 e mezzo risaliamo sulla canoa. La discesa è molto più facile e veloce e arriviamo a Canaima dove ci aspetta di nuovo l’aereo per portarci a Ciudad Bolivar. Questa volta è un po’ più grande: 6 posti!