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sabato 11 agosto 2012

Beijing (16 milioni di abitanti)



Usciamo dalla stazione e ci troviamo di fronte al caos più assoluto. Ci facciamo fregare da un tassista abusivo, ben sapendo che bisogna prendere quelli ufficiali. Non siamo ancora pronti per affrontare la città e quindi ci rintaniamo in albergo per recuperare le forze. L’albergo è carino ed è situato in un “hutong”, uno di quei vicoli tipici un po’ decadenti che si snodano nel cuore della città e formano un vero labirinto. Sono quei vicoli che sopravvivono alla frenesia che sta trasformando la città, dove però ferve l’attività, dove gli uomini si riuniscono a bere e a giocare a scacchi, a dama o a carte. L’ingresso dell’albergo è costituito da una grande porta rossa protetta da due leoni, come quelle di ogni casa di corte che si rispetti.
Appena si esce da questi vicoli, ci si trova in una capitale moderna, con grattacieli, centri commerciali e tanto traffico e che non si presenta tanto diversa da altre grandi metropoli. Il traffico è veramente tanto, i conducenti non rispettano molto la segnaletica e quindi è molto difficile camminare per strada: tutti strombazzano e tutti vogliono passare per primi. Ad ogni incrocio c’è una persona con una bandierina rossa che regola il traffico delle biciclette e aiuta i pedoni ad attraversare la strada.
Nel pomeriggio visitiamo il Tempio dei Lama e ci soffermiamo a guardare con quanto fervore la gente si inginocchia davanti a Buddha e offre tre bastoncini di incenso accesi in ogni tempio. Visto che la gente è tantissima e i tempi anche, si forma una cappa di fumo che fa lacrimare gli occhi. Decidiamo quindi di cambiare religione e andiamo a visitare il Tempio di Confucio, che è proprio lì davanti. Anche questo è molto grande, ma è più austero e ispira serenità e tranquillità. Passeggiamo nei dintorni e fra i vari “hutong” ne troviamo uno molto interessante. Nanluogu Xiang, un vicoletto che in pochi anni è stato oggetto di una riqualificazione e ora è diventato un posto molto animato dove i negozi, i bar, i ristoranti e gli alberghi sono ricavati dalle antiche case a corte e dove incontriamo un’infinità di giovani che passeggiano e mangiano un po’ di tutto, dalle crepes ai churros mentre entrano ed escono dai negozi. Ci adeguiamo anche noi.



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